Catania, fra Gaza e il pride: la solidarietà che unisce – INMR Sicilia #15
La nave della Freedom Flotilla Coalition diretta a Gaza è partita da Catania, il primo congresso di agroecologia del Mediterraneo ad Agrigento, il divieto di costruire sulle coste, la bonifica di Pasquania, la legge sui medici non obiettori e il referendum.

Fonti
#Gaza, pride e “Polpo Mondo”
Il Fatto Quotidiano – Greta Thunberg con la maglietta del Catania Pride sottolinea l’intersezionalità delle lotte
Effimera – Madleen Freedom Flotilla: dalla Sicilia a Gaza, per una nuova umanità – di Andrea Tringali
Corriere della Sera – Greta Thunberg a Catania, in missione verso Gaza: «Fermare il genocidio tocca a noi»
#Primo Congresso di Agroecologia
Agrigento Notizie – Agrigento capitale dell’agroecologia: quattro giorni di attività al primo congresso del Mediterraneo
#Legge tutela costa
Gruppo d’Intervento Giuridico – La Corte costituzionale conferma la normativa per la salvaguardia delle coste della Sicilia (e il GrIG fa la sua parte)
Ansa – Consulta conferma divieto costruzioni entro 150 metri da mare
#Bonifica Pasquania
QdS.it – Via libera al progetto per bonificare Pasquasia
#Legge obiettori di coscienza
Il Post – La Sicilia obbligherà gli ospedali pubblici ad assumere medici non obiettori di coscienza
#Referendum
Il Fatto Quotidiano – Referendum 8-9 giugno: al Nord si vota di più. Al Sud la maggiore percentuale di Sì. Le corrispondenze con il reddito e il caso Alto Adige
#SCC
Italia che Cambia – Alla Casa Museo del Sapone si producono saponi con i principi dell’economia circolare
Italia che Cambia – Il sogno di Antonio: lasciare il posto fisso per produrre pane artigianale, sostenibile e di qualità
Trascrizione della puntata
A Catania migliaia di persone, almeno 5000, hanno manifestato domenica 25 maggio per la Palestina e contro il genocidio, aderendo alla mobilitazione promossa a livello cittadino da tante organizzazioni, realtà e associazioni. L’onda di emozione e sensibilizzazione ha raggiunto l’apice la domenica successiva, l’1 giugno, quando la nave Madleen della Freedom Flotilla Coalition ha salpato dal porticciolo di San Giovanni Li Cuti di Catania, dopo tre giorni intensi tra dibattiti, incontri, lacrime e abbracci. Vi lascio tra le fonti la testimonianza di Andrea Tringali che da anni si spende per un mondo migliore. In una climax crescente di sensazioni, vi assicuro che vi farà emozionare per la grande umanità, non solo degli attivisti, ma anche delle siciliane e dei siciliani che si sono avvolti insieme in un abbraccio umano di aiuto e sostegno.
Sapete sicuramente che la Madeleine con a bordo i dodici attivisti, tra cui l’ex colonnello dell’esercito USA Ann Wright, l’attore irlandese Liam Cunningham (Game of Thrones), il brasiliano Thiago Ávila e Greta Thunberg, è stata attaccata in acque internazionali lo scorso 9 giugno. Al momento solo in tre restano in custodia dell’IPS (Israel Prison Service) nel carcere di Givon. Greta Tumberg è stata tra le prime ad essere rimpatriata. Il giorno del rientro indossava una maglietta particolare che le era stata regalata a Catania dagli organizzatori del Pride – si svolgerà nella città il prossimo 5 luglio e saranno 25 anni dal primo corteo del Catania Pride. Sulla maglia si vede lo slogan scelto per il Pride, che alla battaglia sul territorio include anche uno sguardo più internazionale da Trump a Orban, Netanyahu, le persecuzioni, la guerra, il genocidio. Nasce da tutto questo l’intuizione dello slogan sulla maglietta con la scritta “Polpo Mondo!”. Polpo, “puppo” in siciliano, è il modo nel quale si insultano le persone queer.
Nel logo c’è appunto un un polpo gigante, arrabbiato, che conquista tutta la Terra, che la libera, c’è la bandiera rainbow, il nostro vulcano, c’è Catania, c’è la bandiera della Palestina.
E come scrivono nel comunicato del Catania Pride: “Greta Thunberg, prima di essere costretta al rimpatrio, indossava proprio la maglietta del Catania Pride. Non ci potevamo credere. È il segno di valore immenso di intrecciare, nella solidarietà, tutte le battaglie. Ci ha fatto sentire, ancora di più, tutte lì con lei. In una sola grande lotta per un futuro più giusto. Da Catania a Gaza”.
Il 1° Congresso Internazionale di Agroecologia del Mediterraneo si è svolto ad Agrigento dall’ 8 al 12 giugno con più di 400 partecipanti provenienti da tutto il mondo, tra scienziati, universitari, tecnici ed agricoltori. Il congresso si è occupato di come affrontare e sfruttare la crisi come motivo e stimolo per una visione del rapporto Uomo | Natura, nuovo e rinnovato rispetto ad un modello di agricoltura “convenzionale”, attivato dal dopoguerra in poi, che ha portato all’esasperazione dei sistemi di coltivazione (lavorazioni profonde, uso inopportuno di insetticidi, diserbanti, fertilizzanti di sintesi, ecc.).
Si è parlato di desertificazione che nel mondo si attesta intorno al 40%, in Europa sale al 60% e di perdita di biodiversità che ha investito tutte le specie (insetti, uccelli, funghi, ecc.). Ricercatori, agricoltori, cittadini comuni ma, soprattutto numerosissimi giovani, da ogni parte del mondo hanno dato vita a un processo partecipativo che ha permesso di elaborare tre documenti per definire indirizzi e direttive in ambito scientifico, tecnico e politico.
Presto pubblicheremo un articolo più dettagliato su questo argomento, ma intanto ci tenevo a dirvi che la Sicilia ha ospitato un evento così importante.
Niente costruzioni entro 150 metri dalla costa. La Corte Costituzionale ha confermato il divieto, già stabilito da un legge regionale, per la salvaguardia delle coste da applicare anche nelle strutture di proprietà privata.
Esattamente un anno fa il consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia aveva sollevato dei dubbi in merito ad un articolo della legge regionale del 1991 che riprendeva a sua volta quella del 1976 rispetto al divieto assoluto. Come spiega Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, si tratta di una grande vittoria per la legalità e per l’ambiente. Finalmente si è messa la parola fine alle numerose forzature interpretative sulla corretta applicazione di una norma sacrosanta che, già cinquant’anni fa, aveva sancito il vincolo dell’inedificabilità assoluta nella fascia dei 150 metri dal mare. Purtroppo, in questi anni, nonostante tale divieto, si è continuato a costruire illegalmente, promettendo improbabili sanatorie. Solo negli ultimi 35 anni, quasi il 9% della nostra costa è stato cancellato dal cemento, nonostante la presenza del vincolo paesaggistico e quello appunto dell’inedificabilità assoluta”. Adesso bisogna procedere rapidamente alla demolizione degli edifici abusivi ancora presenti lungo la nostra costa.
Dopo decenni di attesa, arriva un primo passo verso la bonifica di Pasquasia, la miniera dismessa dell’Ennese, una vera e propria minaccia per l’ambiente. La Regione ha approvato il progetto che punta a neutralizzare i pericoli rappresentati dalle grandi quantità di amianto ancora presenti nel sito da cui, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, furono estratti i sali potassici. Il sito è stato chiuso a inizio degli anni Novanta per i problemi ambientali causati ai corsi d’acqua circostanti. Nel corso degli anni la miniera è passata sotto il controllo della Montecatini, dell’Ente Minerario Siciliano e di Eni, per poi a metà anni Ottanta passare a Italkali. Si tratta di uno dei siti di archeologia industriale più importanti della Sicilia, ma da trent’anni anche un posto da cui è meglio stare a distanza.
Il progetto di messa in sicurezza prevede anche la realizzazione di una cella all’interno dello stesso sito dove verrà smaltito l’amianto. Al momento non sono chiari i dettagli del progetto. A parlare del sito minerario sono stati anche diversi collaboratori di giustizia, tra cui Leonardo Messina che ha lavorato a Pasquasia come operaio. Ha raccontato ai magistrati di come la miniera fosse stata utilizzata per interrare fusti contenenti scorie radioattive.
Tra coloro che ricevettero le rivelazioni del collaboratore di giustizia ci fu anche Paolo Borsellino. Negli anni successivi, le procure hanno aperto più di un fascicolo su quei racconti, senza però mai arrivare, fino a oggi, a un punto fermo sulla fondatezza di quelle dichiarazioni.
In Sicilia, una delle regioni in Italia in cui è più difficile abortire, è stata approvata una legge che obbliga gli ospedali ad assumere medici non obiettori. L’isola detiene l’81,5% di ginecologi obiettore di coscienza, il 73,1% di anestesisti e l’86,1% di personale non medico.
La norma approvata, presentata dalla minoranza, è passata con voto segreto con 27 favorevoli e 21 contrari. Almeno dieci voti sono arrivati dalla maggioranza di destra.
Con l’approvazione della norma è previsto che le aziende del servizio sanitario regionale istituiscano delle aree dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza dove ancora non siano presenti. Si tratta di una grande svolta, non solo perché la norma è passata contro ogni aspettativa, ma anche perché non ha molti precedenti in Italia e riconosce la legittimità dell’obiezione di coscienza.
La Sicilia non ha certo brillato per l’affluenza alle urne l’8 e il 9 giugno scorso. In Sicilia ha votato appena il 23,10% degli aventi diritto, il dato nazionale si è fermato al 30,58%. Peggio della Sicilia solo il Trentino Alto Adige, con il 22,7%. Modica è il comune con affluenza maggiore con il 29,71%. In generale si vota di più al Nord, ad eccezione del Trentino Alto Adige, e nelle grandi città, meno al Sud e in provincia. Ma alla minore partecipazione in termini numerici delle regioni del Sud corrisponde in realtà una maggiore adesione all’iniziativa referendaria: meno elettori ma più compatti nella scelta del Sì. Al contrario, nelle regioni del Nord. In pratica, alla diminuzione del reddito medio corrisponde quasi senza eccezione un voto compatto per il Sì.
Terminiamo la nostra puntata raccontandovi due storie pubblicate sulle nostre pagine, quella di Alessandro e quella di Antonio. Il primo ha lasciato Milano e una carriera già avviata per fare ritorno in Sicilia dove ha dato vita a Casa Museo del Sapone, uno spazio museale dedicato alla storia e alla scienza del sapone. Una storia di magia, una sorta di scherzo del destino. Il secondo invece ha fondato una bakery moderna di fronte alle Isole Eolie, dopo aver lavorato per oltre vent’anni come manutentore in ferrovia. Dopo una lunga formazione e qualche notte insonne si è lanciato in questa nuova vita, superando paure e convinzioni. Perché spesso sono proprio loro a limitare le nostre scelte e a rendere tutto più complicato.
Proprio in chiusura voglio suggerirvi lo spettacolo di Elio Germano e Theo Teardo, “Viaggio al termine della notte”, tratto dal romanzo di Louis Ferdinand Céline. Grazie all’associazione musicale etnea è stato proposto a Catania nella splendida cornice del teatro Romano. La scena immersa nel buio, accompagnata da una partitura di suoni imprevedibili, ha reso in modo incisivo l’orrore e la follia della guerra. Lo stesso Bardamu, il protagonista, si rende conto di quanto la guerra possa renderci disumani fino a non avere più speranza nell’umanità. Una riflessione cinica e spietata che si conclude suggerendo agli uomini di rincorrere solo le emozioni.
Segnala una notizia
Segnalaci una notizia interessante per Io non mi rassegno.
Valuteremo il suo inserimento all'interno di un prossimo episodio.
Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi