In Nigeria una nuova causa alla Shell per danni ambientali
Il sovrano Bubaraye Dakolo fa causa alla Shell e il Dipartimento delle Risorse petrolifere della Nigeria per danni ambientali. Chiesti 12 miliardi di dollari.

Bubaraye Dakolo, re Agada IV, sovrano tradizionale del regno di Ekpetiama nello stato di Bayelsa in Nigeria, ha chiesto alla multinazionale petrolifera britannica Shell un risarcimento di 12 miliardi di dollari. Bubaraye Dakolo, che è anche un attivista per i diritti umani e ambientali, si è rivolto un’Alta Corte Federale nella città meridionale di Yenagoa, indicando una cifra che è la stima dei costi per la bonifica dell’ambiente gravemente inquinato, lo smantellamento delle infrastrutture pericolose abbandonate e il risarcimento delle comunità colpite in un periodo di 12 anni. La Shell sarebbe accusata di voler vendere i suoi bene senza aver riparato decenni di inquinamento.
L’azione legale di Bubaraye Dakolo è sostenuta da numerose ONG nigeriane, tra cui Social Action Nigeria, Health of Mother Earth Foundation, Bayelsa Non-Governmental Organisations Forum, Human and Environmental Development Agenda e Kebetkache Women Development and Resource Centre.
Il ricorso del monarca fa seguito alla recente cessione da parte di Shell della sua quota del 30% (circa 2,2 miliardi di euro) in un progetto petrolifero offshore con la nigeriana NNPCL, la francese Total Energies e l’italiana Agip. A marzo Shell ha finalizzato la vendita della propria quota al consorzio Renaissance con l’approvazione del governo nigeriano.
Il procedimento avviato da Re Agada IV, infatti, non riguarda solo Shell, ma anche il Ministro nigeriano delle Risorse Petrolifere, la Commissione nigeriana per la Regolamentazione del Petrolio Upstream e il Procuratore Generale della Federazione nigeriana. L’udienza è prevista per il prossimo 22 luglio. Secondo Dakolo, le attività della Shell hanno causato importanti fuoriuscite di petrolio, flaring di gas oltre alla devastazione di fiumi, foreste e terreni agricoli azzerando le attività di pesca e agricoltura.
Quella di Dakolo non è la prima causa ad essere stata intentata contro Shell. A febbraio scorso, a Londra, è iniziato un altro processo tra la multinazionale e due comunità Ogoni, un’etnia africana che abita la regione del Delta del Niger. Le due comunità accusano la società petrolifera di essere responsabile del grave inquinamento del delta avvenuto fra il 1989 e il 2020. Si stima che fra il 2006 e il 2019 oltre 90 milioni di litri di petrolio abbiano contaminato l’area.
La Nigeria è il maggior produttore di greggio del continente africano e Shell opera in questi territori dal 1958. Nell’arco di questi anni, secondo dati delle Nazioni Unite, sono 7 mila gli incidenti verificatisi e 13 milioni di barili riversati nell’ambiente. Non è un caso se l’area del Delta del Niger è considerata fra le più inquinate al mondo.
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